Attraverso lo specchio della realtà

Chi ha partecipato al Salone di Torino si sarà reso conto che quest’anno il consueto tempo sospeso si è fatto più denso. I padiglioni del Lingotto hanno ospitato infatti un numero record di visitatori -215.000 per l’esattezza- che nonostante la pioggia costante quotidiana hanno cercato nelle parole scritte una pausa dalla loro vita abituale. Un traguardo, questo, che con molta probabilità sarà difficilmente raggiungibile dalle prossime edizioni.

Dal giovedì al lunedì si sono alternati autori, autrici, giornalisti e giornaliste, blogger e cantanti provenienti da ogni parte dell’Italia e non solo, in un programma fittissimo di appuntamenti e file chilometriche, a testimonianza che la cultura è davvero l’unica via possibile per attraversare quello specchio del reale che oggi appare più opaco.

Il Salone del Libro di Torino, con il padiglione Oval, dove trovano spazio gli stand delle case editrici più grandi come Einaudi, Mondadori, Giunti, Feltrinelli, Adelphi e i padiglioni 1,2 e 3 dedicati alla media e piccola editoria, si conferma come la rassegna editoriale più importante dell’anno, capace di rompere le bolle in cui siamo abituati a vivere per creare nuove connessioni, scoperte e anche contestazioni. Infatti, nonostante qualche momento di tensione come la protesta da parte del pubblico per la presentazione del libro della ministra Eugenia Roccella presso lo stand della regione Piemonte- in cui è stato coinvolto anche il direttore Nicola Lagioia-, gli appuntamenti si sono sviluppati tutti sull’apertura alle diversità, alla collaborazione, alla tolleranza nei confronti di chi viene percepito come lontano. E questa varietà di intenti e di idee viene sottolineata anche dall’estetica degli stand delle varie e numerosissime case editrici partecipanti, che quest’anno si sono superate in materia di dimensioni e di titoli proposti. Da ricordare l’enorme bosco, quasi più simile a una foresta, di Aboca, che ha portato all’Oval alberi e piante in grado di creare un vero e proprio ecosistema, lo stand illustrato di Ippocampo, quello di Bibliocoop sviluppato in altezza e interamente dedicato ai temi di ecologia e sostenibilità, lo stand nero congiunto di effequ,  Racconti e Hacca, l’ufficio blu di Sellerio e quello rosa di NN dedicato alla collana Le fuggitive.

Tra gli incontri, tanti sono quelli che verranno da noi ricordati con ammirazione e affetto: gli interventi partecipatissimi di Michela Murgia, il confronto sul linguaggio, l’amore, il potere tra Vera Gheno, Fabrizio Acanfora, Brigitte Vassallo, Giusi Palomba, il fantasy di Lipperini, Belli, Rialti, Giorgianni, Vietina, lo scrittore e il suo doppio con Emanuel Carrère e Ena Marchi, e tanti altri.

Torino è stata anche il palcoscenico delle feste: si inaugura la fiera con il concerto di Stefano Bollani all’Auditorium Rai, per proseguire con il party euphorica di effequ, nottetempo ed Edicola 51 e con quella di Minimum Fax che torna dopo un anno di fermo, e poi lo storico appuntamento alla scuola Holden che, nonostante il diluvio, ha aperto le sue porte a studenti, studentesse e lavoratori e lavoratrici nell’editoria trasformandosi in una discoteca.

Quello del 2023 è stato un Salone unico nel suo genere e dopo sette anni di dedizione e di amore per la cultura Nicola Lagioia lascia il suo posto ad Annalena Benini. E’ sicuro che il futuro sarà diverso, con la speranza che il lavoro fatto finora non venga dimenticato.

 

Luca Starita