Best of della Design Week 2023!

Milano è il vero simbolo dell’amore /

Di tutto ciò che cambia, della vita che va /

Milano è la metafora dell’amore /

È l’ultimo spettacolo, la vita che va (..)

 

Così cantano i Baustelle in “Milano è la metafora dell’amore” e ci sembra un commento ideale alle sensazioni che in tanti, tantissimi hanno avuto in questa ultima design week.
Avete letto articoli, post, avete visto migliaia di stories, avrete riconosciuto i luoghi simbolo come Brera, Isola, scoperto di esservi persi quella particolare installazione “imperdibile”, magari la pedana galleggiante alla Darsena, realizzata in sughero, oppure proprio a Brera, dove il massimo della instagrammabilità spetta equamente a Health Through Water, il riflesso a specchio del cortile della Pinacoteca e alla Torre di Largo Treves, uno dei capolavori dell’architetto Arrigo Arrighetti (particolarmente presente nella design week, compreso l’allestimento della “nostra” Accademia Italiana) rivestita dall’artista Agostino Iacurci. Prima di essere demolita, la torre con l’opera “Dry days, tropical nights” ha lanciato un allarme sul cambiamento climatico che trasformerà la valle del Po in una distesa semi desertica, un miraggio scintillante e inquietante del nostro futuro prossimo.

Il nostro best-off include anche Dropcity, un nuovo centro per l’Architettura e il Design che si svilupperà (inaugurazione prevista nel 2024) lungo via Sammartini a Milano. Situato all’interno dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, ci ha colpiti molto per varietà di proposte, molte delle quali totalmente ironiche, come la reinvenzione di un oggetto banale come lo sgabello in una distesa di oggetti impossibili, oppure immersive e minimal, spesso dedicate al concetto di sopravvivenza. O al design etico, sviluppato dai giovani studenti del gruppo internazionale AD Education in sinergia con big di automotive, sportswear e tech quali Decathlon, Pininfarina, Huawei. Il design quest’anno a Milano si è interrogato molto sulla sopravvivenza, la sostenibilità, la natura, il cibo. Eppure, sempre in quella zona della città, siamo capitati per caso in una delle esperienze più clamorose della nostra settimana milanese, le installazioni di Dimore Gallery al civico 63 sempre di via Sammartini, questa galleria fondata nel 2014 da Emiliano Salci e Britt Moran ha sconvolto gli avventori dei suoi 700 mq di spazi industriali con dei contaneir-finestre sugli appartamenti immaginati di collezionisti di design di città come Marrakesh, Amburgo, Napoli e diverse altre. Per quanto ci riguarda, e per quel che vale, il nostro “golden buzzer” della design week 2023.

Ha mantenuto perfettamente le promesse anche KIOSK, l’installazione realizzata dal designer di Zurigo Antonio Scarponi, un chiosco-cucina pop-up, mobile, leggero e multiuso in legno certificato, intorno al quale hanno ruotato una serie di attività per il pubblico per l’Atrio della Stazione di Porta Garibaldi Milano, grazie al quale CP+ ha concentrato il suo networking, presentato festival artistici (come la nuova edizione di Inequilibrio Festival, che si terrà la prossima estate a Castiglioncello), promosso e fatto incontrare idee, tra cibo etico (come quello di Fito, nuovissimo ristorante vegetale e cocktail bar botanico) e vino sostenibile (come quello di FirstGlass, startup tutta al femminile che sta rivoluzionando il mercato del monodose in chiave wine). Non poteva mancare un tuffo in fiera, nel caleidoscopio di proposte, installazioni, promesse (anche politiche), per ritrovare la Milano in fermento che conoscevamo prima del Covid. E fermarci a ricaricare le batterie con un caffè: Corsini Riserva, in onore al Made in Tuscany. Ciao Salone, ci vediamo nel 2024, ma ti continueremo a sognare per un bel po’.

 

Marco Viviani

Francesca Puliti