Chi ci segue già lo sa: come base a Roma per il nostro lavoro abbiamo scelto un luogo dove ci sentiamo in vacanza anche mentre smistiamo call, comunicati stampa e preventivi. E’ la Soho House: club, hotel, luogo di coworking, ma anche sede di una palestra e di una spa (a uso esclusivo dei soci), di un ristorante con vista a 360 gradi sulla città e di una piscina a sfioro sul tetto. Se riesci a imparare le regole della casa (non si porta il computer in piscina, non si sta al cellulare al ristorante e simili…), lavorare da qui è un vero spasso.
Dall’apertura a Londra nel 1995, Soho House conta adesso 41 sedi in 14 paesi diversi.
Negli States, ce ne sono svariate, tra cui due a Miami, altrettante a Los Angeles, una a Austin in Texas, un’altra a Chicago. A New York ce n’è una per ogni sponda dell’Hudson. Vi ricordate la puntata in cui Samantha Jones si infila in una piscina esclusiva sul tetto di un palazzo nel Meatpacking District? Era proprio quella della Original Soho House di New York. L’altra è arrivata qualche anno più tardi, a DUMBO: possiamo fantasticare che sia frequentata da Miranda Hobbes, neo-cittadina di Brooklyn nell’ultima stagione della serie (e nel sequel And Just Like That).
La Soho House di Amsterdam ha appena festeggiato 5 anni con un party che ha coinvolto l’intera struttura: in ogni stanza musica di genere diverso, cocktail sul rooftop con immancabile piscina, performance e balli per tutta la notte.
Tra le varie sedi di Londra c’è l’Electric House, in Portobello Road, accanto a uno dei più antichi cinema della città. Immerso tra le case color pastello di Notting Hill, il club dispone di un giardino pensile con soffitto a cupola e di un ricco programma di eventi e party per i soci. Per chi invece volesse uscire dalla città c’è la Soho Farmhouse, nella campagna dell’Oxfordshire, dove si può praticare anche il tiro al piattello.
A Stoccolma la Soho House è nata dentro un’antica chiesa metodista, di cui conserva ancora l’organo e i caratteristici soffitti a volta. A Copenaghen occupa quella che era un’ex dogana sospesa sul mare e ospita pezzi vintage e opere di designer locali. Nella lobby di Berlino, invece, c’è uno squalo di Damien Hirst. A Parigi siamo a Pigalle, nel palazzo che fu dimora della famiglia del poeta Jean Cocteau. Qui lo stile è Art Déco, ma con incursioni contemporanee: giardino d’inverno ma anche piscina sul tetto, palestra e collezione d’arte, tra cui murales realizzati ad hoc. La Soho House di Barcellona ospita anche un vero e proprio cinema.
In Israele ci caliamo nelle atmosfere esotiche di un complesso con torri merlate e influenze Bauhaus, spazi esterni lussureggianti e i profumi della cucina mediorientale. A Istanbul c’è un po’ d’Italia: la Soho House ha recentemente ristrutturato Palazzo Corpi, edificio realizzato a fine ‘800 dall’architetto Giacomo Leoni per il mercante genovese Ignazio Corpi, un tempo riccamente decorato da marmi di Carrara e affreschi di ispirazione mitologica, coperti durante una ristrutturazione negli anni Trenta. La recente trasformazione in hotel e club ha permesso di riportarli alla luce.
Gli interni di Soho House Hong Kong richiamano invece l’industria cinematografica locale. La casa di Mumbai ospita una collezione d’arte con oltre 200 opere di artisti indiani o di origini indiane, tra cui sculture di Subodh Gupta. A Bangkok c’è una piscina di 12 metri e i pezzi di arredamento sono principalmente realizzati da artigiani locali.
Prossime aperture: Mexico City e Manchester. Pronti per un altro giro?
Francesca Puliti